martedì 27 dicembre 2016

Diario di una Ragazza Indaco

In questo lungo viaggio alla ricerca del colore indaco elettrico mi sono spesso imbattuto, nelle mie continue ricerche, nel libro "Diario di una Ragazza Indaco", un libro scritto da Michela Marini nel quale le varie sfumature dei colori possedute dalle nostra anime vengono rappresentate attraverso la società

Molti lettori hanno lasciato nei vari siti di vendita del libro recensioni molto positive, sostenendo in accordo con l'autrice che questo lavoro ha come obiettivo quello di spronare le persone di tutte le età a inseguire e a realizzare i propri sogni

L'universo viene descritto come causa ed effetto di tutti i grandi e piccoli avvenimenti che accadono intorno a noi e dei quali siamo noi stessi artefici, bisogna quindi lasciarsi andare alla natura e alle emozioni attraverso le quali riusciamo a risvegliarci dalla noia che spesso caratterizza le nostra giornate quotidiane.

Esiste inoltre un blog creato dalla stessa autrice per "continuare" in qualche modo il suo lavoro riguardo questo libro, eccone qui il link:

sabato 17 dicembre 2016

STEP 24 - Una "nuvola" e una "cosa" per l'indaco elettrico

Ecco qui una cloud con gli aggettivi e i sostantivi riferiti all'indaco elettrico presenti in questo blog.


Immagine presa dal sito web Levi's   

Per meglio rappresentare questo colore ho scelto come oggetto un capo di abbigliamento, ossia un jeans, in quanto l'indaco viene utilizzato moltissimo come colorante, e proprio grazie a questo suo impiego è nato il famoso colore "blue-jeans" che caratterizza proprio questo indumento. In quest'immagine presa dal sito della nota marca Levi's vi è un jeans il cui colore si avvicina molto a quello dell'indaco elettrico.

STEP 23 - L'indaco elettrico come "colore selvaggio"

L'indaco elettrico è un colore abbastanza inusuale da vedere nel mondo che ci circonda, in quanto questa frazione dell'indaco non è molto presente in natura. Rifacendoci però alla proprietà dell'indaco di essere un colorante molto utilizzato per i tessuti possiamo quindi ammirarlo anche quotidianamente grazie ai vestiti che ciascuno di noi indossa. Ed è proprio per questo suo utilizzo che ci possiamo rifare ad una sua caratteristica "selvaggia", scorgendola in un popolo che vive lungo il deserto del Sahara, ossia i Tuareg.


Questo popolo berbero di religione islamica indossa un particolare tipo di indumento, un lungo velo di cotone tinto di indaco che copre totalmente il volto lasciando solamente una fessura per gli occhi chiamato tagelmust.

Questo copricapo ha una sua funzione, permette di ripararsi dai forti raggi solari ed impedisce di respirare la sabbia alzata dal vento.

Il tagelmust viene utilizzato dagli uomini, mentre le donne indossano un velo che non copre totalmente il loro volto. Questo aspetto ha incuriosito molti antropologi in quanto ciò va in contrapposizione rispetto alla maggior parte delle società islamiche dove invece sono le donne a dover aver il volto completamente coperto.

lunedì 12 dicembre 2016

STEP 22 - L'indaco elettrico in architettura


Nella cultura orientale l'indaco elettrico, visto come frazione del viola, assume una certa importanza, soprattutto per quanto riguarda la spiritualità e la religione. Proprio per questo motivo sono presenti in Paesi come le Fiji dei veri e propri templi in cui tale colore è utilizzato per dare un tono sovrumano, per sottolineare che a differenza della vita dell'uomo che ha una fine temporale, vi è un qualcosa che gli sopravvive nel tempo e che va quindi al di là del corpo.

Ecco quindi la foto di uno dei più importanti templi di questo Paese, questo è lo Sri Siva Subramaniya temple, e si può subito notare come sia le sue mura sia alcune sue parti ornamentali siano di color indaco o comunque abbiano tonalità da cui esso deriva come il blu e il viola.


Per quanto riguarda invece la presenza dell'indaco in un trattato di architettura possiamo far riferimento al "De Architectura" di Vitruvio, in cui l'VIII capitolo è intitolato appunto "Del minio della crisocolla dell'armenio e dell'indaco" in cui egli scrive a proposito di questo colore:

"Ho detto quanto mi potè venire alla mente intorno al minio. La crisocolla si trae dalla Macedonia, e si cava ne' luoghi prossimi alle miniere di rame. L'armenio e l'indaco co' loro nomi stessi dimostrano da quali luoghi vengono prodotti."

Vitruvio si rifà quindi all'indaco come colore proveniente dalle Indie ricavato come sostanza naturale presente sulle canne presenti in quelle zone.

STEP 21 - L'indaco elettrico in un personaggio famoso

I colori hanno da sempre messo in evidenza alcune caratteristiche dei vari personaggi famosi che hanno modificato, a modo loro, lo scorrere degli eventi. Per quanto riguarda l'indaco elettrico possiamo prendere in considerazione la figura di Michelle Obama, ex First-Lady degli USA, per la quale tale colore è stato spesso presente negli 8 anni in cui ha vissuto nella Casa Bianca. 

In primis si può ben notare da numerose foto in circolazione sul web come Michelle spesso abbia indossato in varie occasioni abiti di questo colore, o comunque sue varianti come il viola. 



Questo colore fu fin da subito presente nella sua figura ma anche in quella del marito, basta vedere una foto risalente al 2007 durante la prima campagna elettorale del marito per le elezioni presidenziali del 2008 in cui si può ben notare come sia lei sia il manifesto in primo piano siano di tale colore.



"Passano gli anni, ma non i colori" potremmo dire in questo caso, e infatti, durante il suo intervento alla convention democratica a Filadelfia del 26 luglio 2016, mentre Michelle dichiara la sua posizione a favore della candidatura di Hillary Clinton, si innalzano nel grande catino del Wells Fargo Center migliaia di lunghe stecche di color indaco elettrico con su scritto in bianco il nome della precedente First-Lady, acclamatissima da tutto il pubblico presente.


Abbiamo infatti potuto constatare in questi anni come gli americani amassero in modo particolare la figura di Michelle, da sempre vicina ai problemi di carattere umanitario e sanitario che affliggevano il suo Paese, come ad esempio l'obesità infantile, l'alimentazione e lo sport tramite i quali migliorare e condurre uno stile di vita sano ed equilibrato.
Nel 2010 infatti Michelle lancia una campagna contro l'obesità chiamata "Let's move" con la quale ha inciso in maniera significativa sullo stile di vita quotidiano dei bambini (ma anche degli adulti) americani.